incesto
Ho sorpreso la sorellina a spiare i genitori.
di ClaudioGusson
27.03.2012 |
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"Quella situazione infuocata era difficile da sopportare per un giovane senza si lasciasse trasportare emotivamente, per questo, gli venne naturale stringersi..."
Un lettore mi ha mandato una e_mail nella quale ha raccontato la sua esperienza incestuosa, avvenuta in modo occasionale, che ha segnato profondamente la sua vita.Un evento imprevedibile che lo ha coinvolto in un giro di giostra emozionante, intenso, sulla quale era salito casualmente e dalla quale non ha potuto, o voluto, scendere senza averne prima assaporato i brividi vertiginosi del piacere proibito.
L’estate è per i giovani la stagione della spensieratezza. Sono i mesi caldi delle vacanze, durante i quali i ricordi scolastici sono rimossi totalmente nei recessi della mente, nascosti al loro entusiasmo.
Per Tony le vacanze estive volevano significare spiaggia senza limiti e serate agonistiche in tornei di calcio a cinque, oppure andare in giro a divertirsi con gli amici, a cazzeggiare con qualsiasi cosa che potesse divertire.
Nella bella stagione il caldo afoso porta le persone a tenere un comportamento promiscuo.
Soprattutto entro le mura domestiche, nel quale l’abbigliamento è di solito succinto, ai limiti della nudità, che non disturba affatto e non suscita alcun sdegno.
Così potrà capitare che una sorella si aggiri per casa con disinvoltura in mutandine e reggiseno, divenendo una visione abituale.
La mattina è il momento più trasgressivo del menage familiare, perché in cucina s’incontrano i membri assonnati ed incuranti dell‘abbigliamento indossato, addirittura sono avvolti in corti asciugamani, stretti attorno ai fianchi o sotto le ascelle, che non celano nulla all’immaginazione.
Tony, diciannove anni, certe volte si soffermava ad osservare le gambe di sua sorella Jenny, più giovane di lui di un anno, mentre disinvolta si muoveva davanti ai fornelli, coperta solo da un corto asciugamano, avvolto attorno ai seni.
I capelli bagnati le scendevano sulle spalle. Non li asciugava perché voleva che si seccassero assumendo un movimento riccioluto.
Tony quando osservava Jenny, lo faceva senza alcuna malizia, non andava mai oltre il normale apprezzamento estetico di un rapporto fraterno.
Riconoscendo, tuttavia, di avere una bella sorella. Una valutazione priva di coinvolgimenti sensuali e di sentimenti perniciosi.
Il destino, tuttavia, è come un bambino capriccioso, a cui piace giocare con il destino mischiando le sorti delle persone.
L’evento imprevedibile, che incise profondamente nella vita di Tony, avvenne una sera di luglio, caratterizzata da una canicola che opprimeva il respiro, un’afa allucinante.
Tony era reduce da una serata allegra trascorsa con i suoi amici.
Quella sera rincasò tardi, Jenny e i suoi genitori erano già a letto.
Nel silenzio totale della casa, in penombra, si muoveva sicuro grazie alla tenue luce dei lampioni che penetrava dalle finestre.
Uno scroscio di doccia fredda lo ritemprò dalle fatiche. Una lunga sorsata d’acqua fresca lo salvarono dalla disidratazione.
Tony, quella sera, era stanco, raggiunse con gioia il letto, gettando via il lenzuolo, che a quelle temperature era peggio di una coperta di lana. Prese sonno subito.
Nella notte, esattamente verso le due circa, gli effetti dell’acqua ingurgitata prima di andare a dormire iniziarono a farsi sentire, premendo nella vescica.
Il bisogno andava soddisfatto.
Appena uscito dalla camera, la sua attenzione fu richiamata da una lieve cantilena, un lamento pacato ma costante.
Proveniva dalla camera da letto dei genitori.
Tony era fidanzato da circa due anni e conosceva bene quel canto di sirena, quindi sorrise con ironia perché capì la natura di quei gemiti.
Si sorprese a pensare al padre in quella situazione. Dai singulti insistenti della madre si intuiva che il vecchio ci stava dando dentro alla grande.
Dopo aver soddisfatto il bisogno fisiologico, nel tornare indietro, notò che i gemiti continuavano a sentirsi.
Fu colto da una curiosità morbosa, perciò decise di avvicinarsi alla camera da letto dei genitori, per dare una sbirciatina fugace.
Notò che la porta era appena socchiusa, svelando così il motivo per il quale si sentivano i lamenti.
Nell’approssimarsi all’ingresso rimase di stucco nel trovare una scena insolita, che si presentò sotto i suoi occhi.
Sorrise sotto i baffi, perché scoprì non era l’unico ad aver sentito quel canto.
Sorprese la sorellina Jenny, accovacciata come un gattino, ai piedi della porta, mentre spiava le performance dei propri genitori.
Stava defilata, gattoni, ferma come una statua. Tony era già alle sue spalle, ma lei non si era avveduta della sua presenza.
Tony, con cautela, si fermò dietro di lei e poi, continuando a sorridere, le mise delicatamente una mano sopra una spalla.
Jenny, appena avvertì il tocco delle dita, sussultò terrorizzata.
Tony fece appena in tempo a metterle una mano sulla bocca. Il grido di paura, infatti, fu subito strozzato.
“SSSSS sono io! Tony!
Jenny era talmente imbarazzata che, in preda della vergogna, accennò ad alzarsi per fuggire via. Tony la tenne subito ferma.
“Dove vai? Aspetta! Guardiamo insieme!
Jenny era bloccata dal disagio ed intimorita dalla presenza del fratello. Il buio per fortuna nascondeva il rossore che le aveva coperto le guance.
Tony, percependo la sua angoscia, per allentare la tensione le disse:
Stai tranquilla! Resterà un nostro segreto!
Jenny dopo un po’ si calmò e Tony, percependola più serena, le afferrò la testa e gliela girò verso la porta.
“Dai! Sciocchina curiosa! Vediamo cosa combinano i nostri vecchi!
Così dicendo si avvicinò anche lui con il capo verso l’apertura scrutando dentro la stanza.
I suoi genitori erano sul letto, nudi. In quel momento la madre era a pecorina, appoggiata sulla sponda, mentre il padre la teneva dai fianchi, sbattendole il grosso pistone nello scoscio.
Il bacino del padre si agitava frenetico, scandendo il ritmo della scopata, con una foga sorprendente.
Tony appena vide suo padre in azione, si eccitò subito.
Anche Jenny guardava la stessa scena ed in quel momento era totalmente concentrata, in modo tale che il respiro le divenne affannoso. Si era eccitata.
Il padre sembrava una vera furia della natura. La madre incassava gli affondi contorcendosi come se fosse stata morsa dalla tarantola. Le grosse tette, mosse da quel tormento, oscillavano come due enormi provoloni appesi ad una pertica.
Ogni tanto le mani del padre le afferravano, senza contenerle, e le stringevano, provocando dei lamenti che a fatica la madre domava.
Era impossibile non lasciarsi coinvolgere da quel tumulto d’emozioni.
Tony, infatti, sentì il suo cazzo crescere ed irrigidirsi come il marmo. Quando raggiunse la massima grandezza, lo sentì palpitare come un cavallo furente e impaziente di montare la sua giumenta.
Quella situazione infuocata era difficile da sopportare per un giovane senza si lasciasse trasportare emotivamente, per questo, gli venne naturale stringersi il cazzo duro e muoverlo, facendo scivolare la pelle tesa sulla massa carnosa.
In quel momento, l’istinto abbassare gli suggerì di abbassare lo sguardo verso sua sorella. I suoi occhi impattarono contro il suo fondo schiena, nascosto sotto un pigiama attillato, che s’infossava in mezzo alle natiche. Lasciando indovinare due rotonde e sublimi natiche.
Stavolta si trovò ad osservare sua sorella con un trasporto emotivo nuovo. Notò che il suo corpo si agitava. Era senza altro eccitata come lui.
Pensò che in quella circostanza, tra loro, si era venuto a creare una complicità che li legava in un rapporto emotivo forte, empatico, trasgressivo.
Il loro comportamento aveva abbattuto le barriere morali ed etiche che fino allora li teneva legati senza implicazioni sensuali.
Adesso il contesto era diverso, in quello inferno era possibile fantasticava sulle fattezze del culo della sorella, addirittura desiderarlo di toccare.
Durante quel pensiero la mano di Tony insisteva a stimolare lo grossezza del cazzo.
La mente del ragazzo era ormai pregna di desiderio sessuale, alimentato in modo esponenziale dall’ardore dei genitori, che si stavano accoppiando senza risparmiare energie.
Iniziò ad osservò la sorella con insistenza.
Si eccitava al pensiero che anche lei era coinvolta emotivamente, mentre guardava i genitori nell’atto di darsi il piacere estremo. Percepiva le sue sensazioni.
Si notava nettamente il grosso cazzo del padre, quando scompariva nella vulva oscenamente slabbrata della figa materna. Le spinte erano possenti e profonde.
I sussulti del corpo della madre, facevano intuire il godimento provocato dall’azione della cappella durante la sua folle corsa nel condotto vaginale, fino ad urtare contro le cervici dell’utero.
La mente di Tony era letteralmente sconvolta dall’eccitazione, tale da non poter evitare di leccarsi le lebbre bagnate dalla forte salivazione.
Mentre fissava il culo di sua sorella, i suoi pensieri iniziarono ad apprezzare quelle graziose rotondità. Desiderando di accarezzarle.
Alla fine la libido vinse sulla volontà. Così si fece coraggio e con audacia mosse la mano verso quella fonte di piacere, delicatamente, fino ad accarezzare quelle morbidezze celestiali.
Jenny, appena avvertì la mano del fratello, ebbe un moto improvviso, ma non oppose resistenza a quel gesto, anzi quel contatto s’inseriva idealmente in quella situazione infernale, nella quale la sua mente in delirio, era sconvolta dall’eccitazione.
Jenny, infatti, fremeva con il corpo, in un’unione ideale con quello della madre. Aveva anche immaginato di essere al suo posto, agognando di prendere dentro di se il grosso cefalo paterno. La mano di suo fratello fu una accolta come una benedizione.
Tony, dopo aver constato la disponibilità di Jenny, aumentò lo sforzo della mano che, saldamente insinuata sotto il pigiama, prese a strapazzare con più vigore il clitoride e le labbra della figa, già impregnata abbondantemente d’umori.
Ogni tanto puntava anche sul seno prosperoso, identico per generosità a quello della madre.
Jenny, man mano che le dita del fratello incalzavano tra le fenditure della figa, le era impossibile trattenere i singulti.
Gradiva quell’azione aggressiva, che collimava con la sua voglia di sesso, che la faceva tremare come se avesse la febbre.
L’azione di suo fratello le piaceva perché le dava un senso di benessere, inoltre le alleviava il forte formicolio, trasformato sublimemente godimento, che partiva dal basso ventre diffondendosi come onde impetuose su tutto il corpo, fino a sconvolgerle la mente.
Tony, si era ormai concentrato ad accarezzare il corpo di sua sorella, sembrava quasi disinteressato ai propri genitori, convogliando la sua attenzione verso Jenny.
Si era inginocchiato dietro di lei e sfogava il suo impeto come una belva feroce. In preda all’emozione le aveva anche calato giù il pigiama e le mutandine di cotone, scoprendo un culo da favola.
Lo scenario che gli si parò sotto gli occhi era di una straordinaria bellezza e tale da accoppare un cardiopatico all’istante.
Le candide natiche lo aggredirono sensualmente, erano boriose e rotonde come il fondo di una pesca vellutata, in mezzo si notava l’incavo scuro della nicchia vaginale, che le provocò un brivido tale da fargli tremare tutta la spina dorsale.
Fu talmente ammaliato dal culo di Jenny, che istintivamente gli venne naturale infilare il cazzo nello scoscio, in profondità, fino a toccare il piatto ventre della sorella. Non ebbe il coraggio di osare andare oltre. Il tabù ancora lo frenava.
Nell’istante in cui il suo cazzo iniziò a stimolare le labbra vaginali, avvertì la mano di sua sorella che si era impossessato del nerbo e lo pungolava in modo piacevole contro la figa.
La situazione si era incendiata, ed i fratelli si stavano stimolando freneticamente. Jenny masturbava suo fratello con forza, cercando contemporaneamente di darsi piacere con la massa carnosa.
Tony, infatti, avvertiva l’impeto della sorella, mentre strusciava il cazzo contro la figa, cercando di stimolarsi il clitoride e le labbra.
I genitori intanto avevano cambiato diverse posizioni. Ora la madre si trovava supina con le gambe oscenamente spalancate in aria, appoggiate sulle spalle del marito. Lui si era allungato sopra di lei, sostenendosi con le mani sul materasso, spingendo il suo grosso cazzo dentro lo scoscio peloso e slabbrato. Nella stanza oltre ai gemiti della madre si udiva il suono secco del cazzo che impattava nella figa.
“Slock Slock slock……
I ragazzi erano completamente incantati di fronte a quella scena.
La madre teneva il marito serrato, affondando le unghie nella pelle della schiena.
Il padre martellava velocemente la figa della moglie, infilando ogni tanto la faccia nelle grosse tette per deliziarsi di quelle mollezze naturali.
Era un’immagine di straordinaria sensualità, cui era impossibile restare indifferenti.
Gli stimoli che i ragazzi si stavano dando reciprocamente, tuttavia, non si ritennero più sufficienti a soddisfare la loro eccitazione, che aveva raggiunto la forza di un uragano.
Ora sentivano il bisogno di sfogarsi con un’energia maggiore.
Tony, pertanto, stretto in quell’inferno di sensazioni, peraltro nutrito da una lussuria incontrollabile, senza più alcun freno inibitorio, seguendo solo il suo istinto animale, tolse il cazzo dal caldo scoscio della sorella e puntò la cappella contro l’ingresso della figa.
In preda al delirio estremo dei sensi, infine, decise di varcare le soglie dell’inferno.
La strusciò su e giù fino a quando il grosso bulbo non fu avvolto dal dolce tepore delle piccole labbra, che cedettero subito di fronte a quella forza cieca della natura.
Tony, appena percepì il lieve calore della figa, senza alcun indugio, ficcò in profondità il resto cazzo, incalzando man mano le pareti, che percepiva infuocate come lava incandescente.
Jenny, non fece alcuna resistenza, anzi, si predispose come una cagna in calore a ricevere dentro di se il cazzo del fratello, che peraltro desiderava ardentemente.
Quindi senza alcuna riluttanza, offrì il suo corpo con gran disponibilità, fremente ed impaziente di immergersi in quella unione incestuosa.
Nel momento in cui il cazzo del fratello la penetrò interamente, si lasciò andare ad un lamento fugace, che a stento riuscì a dominare mordendo la stoffa delle maniche.
Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm
Il quartetto di diavoli si era finalmente composto come una corale sinfonica. Padre, madre e figli, un quartetto di toccata e fuga, uniti idealmente in una azione armoniosa, accordata solo per dare piacere.
In quello spazio ristretto, diviso solo da una porta, le azioni si mescolavano nell’aria come se fossero un’unica e impetuosa forza della natura.
Uno solo spirito vitale di bramosia che animava quei corpi posseduti dalla lussuria.
Il cazzo di Tony si agitava dentro la figa della sorella all’unisono con quello del padre, mentre sconquassava quella di sua madre.
I giovani amanti, tuttavia, non avevano la forza e la costanza degli attempati genitori. Sebbene il loro impeto fosse più intenso, la loro energia si stava consumando in un breve lasso di tempo.
Tony, infatti, iniziò a sentire i suoi coglioni che si contorcevano cedendo ai conati di sborra. Il suo sforzo aumentò in modo esponenziale, spinto dall’impazienza di raggiungere l’orgasmo. Il ragazzo, quindi, rafforzò il suo ardore, con azioni possenti, animata dal desiderio di raggiungere quel piacere sublime impossibile ormai da trattenere.
Jenny sentiva la forza che suo fratello imprimeva dentro di lei, mentre la penetrava con una foga inaudita, tale da farle mancare persino la forza alle gambe. Tremava e si reggeva a stento sulle ginocchia.
Mmmmmmmm
I gemiti di Jenny erano il segnale di un orgasmo intenso che le stava sconquassando le pareti vaginali, mentre si contorcevano dagli spasmi.
Mmmmmm siiiiiii mmmm
Tony, fu compiaciuto da quella soave cantilena, che lo fece arrivare al culmine della sopportazione, quindi si allungò sulla schiena della sorella, le afferrò le tette, e stringendole con forza scaricò il suo possente carico d’adrenalina nell’utero già tormentato dagli orgasmi.
Ci furono alcuni minuti d’intenso movimento dei corpi, prima che il lume della ragione arrivasse a schiarire le idee.
Fu Jenny la prima a riprendersi da quel caos dei sensi, si tirò su il pigiama e se la squagliò velocemente come una lepre impaurita, correndo verso il bagno.
Tony, sorrise, poi diede l’ultima occhiata. Il padre era in piedi sul letto che menava il cazzo, mentre la madre genuflessa sotto di lui teneva la bocca aperta in attesa di ricevere il nettare degli dei.
Per lui quel giorno era iniziata una vita nuova.
Così va la vita
Guzzon59 ([email protected])
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